Cultura&Libreria: Presentazione del volume “Il racconto di una salvezza, il mio incontro con Dino Molho”
LIVORNO – “Il racconto di una salvezza, il mio incontro con Dino Molho”, scritto da Rosa Distaso racconta la storia emblematica di un ebreo livornese scampato, da bambino, alla Shoah. L’iniziativa è promossa dal Comune insieme alla Comunità Ebraica nell’ambito del ciclo di appuntamenti “Le Genti di Livorno”.
Interverranno un rappresentante dell’Amministrazione Comunale e Vittorio Mosseri, presidente della Comunità Ebraica livornese, con la presenza l’autrice e dello stesso protagonista, Dino Molho.
Come racconta l’autrice Rosa Distaso, “il mio incontro con Dino Molho è stato un incontro fortunato perché lui e sua moglie Lydia risiedono non a Livorno ma a Magenta. Ci siamo conosciuti ad un pranzo in Comunità Ebraica a Livorno ed ho scoperto le loro origini livornesi, ho subito pensato che la storia di Dino Molho, superstite della Shoah, appartenesse anche a questa città ed era giusto che tutti la conoscessero. Le persone di Magenta che hanno aiutato Dino Molho e la sua famiglia a salvarsi, sono un po’ il simbolo di un atto di umanità e di eroismo che proprio in questi giorni dobbiamo ricordare, non solo perché ricorre il 60° anniversario della Liberazione, ma per tutto quello che oggi ci accade intorno. Oggi, nell’era moderna, dove tutto è tecnologico, robotico, dove la trasformazione e l’evoluzione sono al centro della ricerca, dove tutto deve diventare “sostenibile”, ancora esseri umani fuggono dalla guerra e dalla morte e affidano la loro “salvezza” all’incertezza, percorrendo tratte di morte.
Ancora oggi, come allora, il discrimine religioso, etnico, politico e di pensiero, ancora oggi, come allora, l’essere umano perde la dignità e gli vengono negati tutti i diritti, quelli dei bambini, quelli dei giovani quelli delle donne, quelli degli anziani, ma soprattutto si nega loro il sogno: il sogno della vita. Mai come oggi questa storia, che dedico ai miei figli e ai miei nipoti che sono il domani, è così attuale e così vera. È importante ricordare l’orrore per poter vedere e riconoscere l’orrore, per poter guardare negli occhi un bambino, un giovane, una donna e un anziano e poter vedere una luce, quella della dignità della vita che è un diritto di tutti e oggi nulla di tutto ciò è retorica”.
Appuntamento: martedì 28 aprile, alle 17.30
Dove? sala Badaloni di Villa Fabbricotti (viale della Libertà 30),
Info: Ufficio Cultura, Spettacolo e Rapporti con Università e Ricerca del Comune di Livorno, tel.0586-820521 – servizi.culturali@comune.livorno.it
la redazione
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