Cultura&Libreria: Michele Cecchini il romanzo “Per il bene che ti voglio”

14 aprile 2015 19:58 Commenti disabilitati
la copertina

la copertina

Tutto quello che Antonio doveva fare era starsene fermo. A limite eseguire qualche piccolo movimento, nulla più. Non gli era richiesto di esprimersi e neppure esistere. Era sufficiente che occupasse uno spazio esatto. Divenne, semplicemente, un punto luce.

“Per il bene che ti voglio” è il nuovo romanzo di Michele Cecchini, il secondo per le Edizioni Erasmo che sono liete di presentarlo (novità editoriale 2015 – pagg. 360, 16 euro). Insieme all’autore sarà presente lo Staff della Erasmo. Introduce l’italianista Sara Fisicaro. Le letture sono a cura di Nicoletta La Terra.

LA STORIA

 Alla fine degli anni Venti, Antonio Bevilacqua parte dalla Lucchesia deciso a intraprendere la carriera di attore nel circuito dei teatri off-Broadway di San Francisco. Qui entra in contatto con l’ambiente artistico raccolto attorno, tra gli altri, a Lawrence Ferlinghetti.

Per un periodo Antonio si trasferisce a Hollywood, dove viene scritturato in un film di Chaplin come ‘controfigura schermatica’. Sul set, in pratica, ha il compito di sostituire Chaplin nella predisposizione delle scene: su di lui i tecnici tarano le luci, impostano il piano dell’inquadratura, la distanza e l’altezza della macchina da presa, la definizione degli spazi e dei movimenti.

Sembra dunque avere trovato la sua ‘Merica’ nel ‘muvinpicce’: con questa espressione, storpiata dall’inglese ‘moving pictures’, Antonio indica il cinema.

Lui e tutti gli altri Dagos parlano, infatti, una strana lingua, l’italiese, una goffa eppure poetica commistione di italiano e inglese, che racconta il tentativo di integrarsi in una realtà tanto diversa da quella di origine. Ad esempio uno dei suoi amici, Mario Peruzzi, lavora come spalatore della ferrovia. In inglese si indica con l’espressione “sheveller of the Railroad”, che gli italiani storpiano in “sciabolatore di Re Erode”.

Nel linguaggio come nella vita Antonio Bevilacqua – nel frattempo ‘divenuto’ Tony Drinkwater – abita una terra di mezzo, quella di chi non è ancora e allo stesso tempo non è più.

L’AMBIENTAZIONE

Elegante e degradata, gelida e solare, accogliente e crudele, San Francisco esalta e sottopone a cocenti delusioni i suoi figli e i suoi figliastri: tra questi ultimi i Dagos, gli emigrati di origine italiana.

Ma c’è di più. Per come viene delineata, San Francisco è ben diversa dalla città apprezzata in tutto il mondo, nella quale c’è chi ammette di aver lasciato il cuore. Se la topografia e la toponomastica sono più o meno rispettate, non altrettanto può dirsi di certi squarci e considerazioni che rendono la rappresentazione di San Francisco molto simile a certe città di mare mediterranee più che americane.

Proprio con Livorno i punti di contatto sembrano numerosi ed evidenti…

 

            Columbus era una delle vie votate alla confusione. Sulle sue spalle grava la pressione dei rioni popolari retrostanti, Frisco e la giallognola Mission. Columbus Avenue eroica resisteva per tenere sgombra Jackson Square, un enorme anfiteatro con le case a far da tribuna. La piazza covava zitta sotto di sé un naviglio. Non avresti mai detto che era un ponte gigantesco. Te ne accorgevi solo quando da sotto i chiusini arrivavano il gorgoglio delle acque, le grida dei vogatori, lo sciabordio dei gozzi in transito. Jackson Square era dominata da due statue, una di qua e una di là a vigilare sulla miriade di asiatici, messicani, neri, italiani che la attraversavano.

            Lo sciattume allora aggirava la piazza e si dipanava tra la zona di Vallejo e Florence Steps, per sgorgare a Japantown e disperdersi infine lungo Islais Creek, con i suoi canali che sono un anticipo di mare.

Michele Cecchini è nato a Lucca nel 1972. Docente di materie letterarie, vive e lavora a Livorno. Nel 2014 insieme a Ettore Borzacchini ha ideato e condotto il quindicinale radiofonico Aperte Virgolette – dal 2015 Saccadé – in onda sull’emittente QuiRadio.

Per la casa editrice Erasmo ha pubblicato nel 2010 Dall’aprile a shantih. Per il bene che ti voglio è il suo secondo romanzo.

Appuntamento: sabato 18 aprile, alle ore 18,

Dove? Libreria Erasmo di via degli Avvalorati, 62

la redazione

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