Cultura&Spettacolo: Quattro chiacchere con Simona Marchini…con i bisnonni livornesi

8 dicembre 2014 02:03 Commenti disabilitati
Simona Marchini

Simona Marchini

Grazie alla Fondazione Teatro Goldoni abbiano incontrato l’attrice, e regista, Simona Marchini impegnata  in questi giorni al teatro Goldoni di Livorno a dirigere la regia della messa in scena, si tratta di una ripresa teatrale avvenuta nel 1991, dell’opera “Amico Fritz” di Pietro Mascagni del quale si è festeggiato  il 151esimo anniversario della sua nascita, con la quale abbiamo  potuto scambiare due parole grazie alla sua gentilissima disponibilità, semplicità, e simpatia.

Per curare la regia dell’ “Amico Fritz” di Pietro Mascagni torna a Livorno Simona Marchini, che sembra essere molto legata alla nostra città…

“Per ascendenze familiari direi proprio di si, perché i miei bisnonni erano di Livorno, ho saputo facendo una ricerca che abitavano tantissimi; ma tantissimi anni fa nel quartiere Venezia, e perciò c’è sempre un ricordo-memoria per questa città. E poi perché ci ho lavorato tante volte,  grazie a Alberto Paloscia, direttore artistico della stagione lirica della Fondazione Goldoni, che, avendo fiducia in me, mi ha permesso di fare delle belle esperienze, affidandomi la regia di diversi lavori come “Tosca” di Giacomo Puccini, “Acqua Cheta” di Augusto Novelli, “SI” e “Amico Fritz” di Pietro Mascagni. Livorno, quindi è anche una città che, per me, è un punto di riferimento artistico, per cui ci son tornata, naturalmente, molto volentieri”.

Ogni volta che viene a Livorno come trova questa città?…

“Purtroppo quando ci vengo, per motivi di lavoro, come in questo caso, mi infilo in teatro, e non ci esco quasi mai; quello che ho potuto sentire, girando quel pochissimo, è la cordialità affettiva, e accogliente di riceverti, quindi mi son sentita a casa come al solito, naturalmente”.

Parliamo di Simona Marchini come comica a fianco di Renzo Arbore, come conduttrice della trasmissione “Piacere RAI Uno” con Toto Cutugno e ambasciatrice UNICEF…

“Sono più di trenta anni che faccio teatro, è una vocazione forte quella  di fare l’ attrice, che ho scoperto di avere tardi. In questi anni di carriera artistica  ho fatto molte cose belle, in quanto ho diretto per sette anni il festival di Todi, ho fatto mostre importanti presso il mio centro culturale “La Nuova Pesa”, che ancora vive a Roma, e come ambasciatrice UNICEF l’impegno è sempre vigile e presente, e quando mi chiamano son pronta per andare”.

Dirigere registicamente dei  cantanti lirici al loro debutto, come è avvenuto in questo “Amico Fritz”, cosa vuol dire?…

” Per quanto riguarda me, e soprattutto il mio specifico lavoro, è quello di aiutare questi giovani ragazzi a conquistare il rapporto con il palcoscenico, e con gli altri, perché è un concetto fondamentale che sembra ovvio; ma, effettivamente, lo è, anche  perché l’opera è teatro, e quindi narrazione, comunicazione, emozione. La prima cosa che dico a questi ragazzi debuttanti è di ricordarsi che, davanti a loro, c’è un muro, e che devono relazionarsi  tra loro, perché i personaggi devono vivere,  e comunicare, tra loro stessi, altrimenti non sono credibili. E’ una piccola cosa che racconto sempre all’inizio di una nuova esperienza  con i giovani, che bisogna incoraggiarli ad acquistare la disinvoltura, e la conoscenza del personaggio”.

Cosa è cambiato secondo Lei nel mondo dello spettacolo in generale?…

“Mi dispiace dirlo perché ho fatto della buona televisione, quindi non ho nessun rimorso, e rammarico, perché ho frequentato persone professionali, e serie; ma, secondo me, già dagli anni ’80 nella televisione c’è stata un po’ di rivoluzione del gusto, mirata al successo, quindi, per me, il degrado del gusto è stato introdotto, ed accompagnato dal degrado della proposta con i canali televisivi commerciali.  Tutto questo ha creato confusione  nel senso che, anche le persone meno talentose,  e meno capaci, oggi hanno acquistato della visibilità importante”.

Si parla di crisi economica del settore dello spettacolo, cosa ci dice in merito?…

“La crisi economica è una crisi profonda, che ci colpisce. Secondo me dobbiamo continuare a lottare, ad essere  modelli esempi,  credere nelle persone buone, che esistono in questo paese, ed essere più generosi, e disponibili. La crisi è forte, ed i primi tagli si fanno alla cultura, ed allo spettacolo, naturalmente si deve dare precedenza a creare fondi per la sanità, costruire ospedali, ed altre cose prioritarie; ma occorre far capire che, la cultura, e l’arte, sono un investimento, e non una perdita. Investimento in termini morali, e civili, prima di tutto; ma anche in termini economici. Quindi quei pochi mezzi, che ci sono a disposizione, vanno investiti anche nella cultura”.

 I futuri impegni di Simona Marchini quali saranno?…

“Ho terminato da poco al teatro Sistina di Roma lo spettacolo “La Mostra”, per la regia di Gigi Proietti, ed a gennaio andrò in scena al teatro Politeama di Prato con lo spettacolo dedicato a Giuseppe Verdi dal titolo  “Croce e delizia… signora mia”, scritto da me, e da Claudio Pallottini, con al pianoforte Paolo Restani.

Concludiamo chiedendo a Simona Marchini qual’ è il messaggio  che invia a coloro che si apprestano a intraprendere la carriere artistica di attore o cantante lirico…

“Di avere tanta pazienza, e tanta salute, perché per intraprendere una carriera artistica nel mondo dello spettacolo è molto faticoso, un mestiere faticoso direi. Inoltre aggiungerei di avere molto coraggio, ed umiltà, di capire i propri  limiti, e mezzi, in quanto non è detto che, tutti, siano dotatissimi  di capacità; ma non importa, ognuno di noi fa, e da quello che può, e che è in grado di dare. L’importante è l’onestà profonda con cui ci avviamo a fare le cose. Un saluto a tutti voi da Simona Marchini”

Massimiliano Bardocci

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