Cultura: Domenica 1 giugno, appuntamento alle ore 17 Visita guidata, gratuita, al patrimonio documentario di Villa Fabbricotti e alla mostra su Cesare Beccaria Apertura straordinaria della Biblioteca Labronica

31 maggio 2014 01:31 Commenti disabilitati
Biblioteca Labronica

Biblioteca Labronica

LIVORNO – Apertura straordinaria e visita guidata gratuita, domenica 1° giugno dalle 17.00 alle 19.00, alla Biblioteca Labronica “F. D. Guerrazzi” di Villa Fabbricotti.

Sarà possibile visitare, sia il patrimonio documentario della biblioteca, che la mostra “Bagliori di libertà: Cesare Beccaria e gli illuministi nella Livorno cosmopolita”.

Appuntamento per la visita guidata alle 17.00 all’ingresso principale della Villa Fabbricotti (all’interno del parco).

Alla fine della visita sarà possibile ritirare gratuitamente la tessera con la quale si può accedere al servizio di prestito libri.

L’iniziativa, promossa dal Comune in collaborazione con Itinera, si svolge in concomitanza con l’apertura dei negozi.

Ed è tesa principalmente a fare avvicinare i cittadini al mondo delle biblioteche in generale (e quella livornese in particolare): luoghi aperti, gratuiti, alla portata di tutti, le biblioteche costituiscono infrastrutture essenziali della conoscenza e della cultura tutelando la memoria culturale della nazione e del territorio, offrendo a tutti occasioni di crescita personale e culturale.

Per informazioni:     

Biblioteca Labronica 0586 264511 ( orario 8.30 – 19.30 – sabato solo la mattina) e Coop Itinera 0586 894563 (orario 8.30 – 18.30)

 Le schede del patrimonio librario della biblioteca e della mostra

 I preziosi fondi della Biblioteca Labronica

Un operatore esperto farà da guida accompagnando i visitatori in un percorso storico sulla nascita della biblioteca a Livorno, sul suo posseduto antico e moderno e sul suo funzionamento oggi.

La Biblioteca Labronica, inserita all’interno del parco di Villa Fabbricotti, ha infatti un’interessante storia da raccontare. Nata ufficialmente nel 1952, ma inaugurata nella veste attuale nel giugno del 2003, dopo un importante intervento di restauro, svolge infatti la duplice funzione di biblioteca conservativa e di pubblica lettura. I suoi preziosi fondi, consultati da storici e studiosi spesso operanti fuori dai confini locali, testimoniano il lungo percorso nel tempio con cui la biblioteca si è andata costituendo e documentano la storia di Livorno e la storia d’Italia tutta, attraverso opere manoscritte, pubblicazioni a stampa, cartoline dell’epoca e fotografie per un totale di circa 140.000 pezzi. Tra i più importanti, si ricordano l’Encyclopedie di Diderot e D’Alembert e Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria, gli originali autografi delle Grazie del Foscolo, l’Autografoteca Bastogi, lettere e documenti manoscritti di Giacomo Leopardi, la collezione iconografica Oreste Minutelli comprendente oltre 4.000 stampe che testimoniano la nascita e la storia di Livorno.

Servizio essenziale per la vita sociale e civile della nostra città e presidio di democrazia fondata sulla libertà di espressione e sul confronto delle idee, da alcuni anni la Biblioteca Labronica, che in primis raccoglie, organizza e rende disponibili i prodotti della creatività e dell’ingegno, opera anche in direzione dei giovani, promuovendo eventi e mostre di target non soltanto storico, ma anche e soprattutto contemporaneo, conscia che la memoria culturale del territorio debba di continuo relazionarsi con il presente, senza il quale appare irrealizzabile il futuro della nostra città.

La mostra “Bagliori di libertà: Cesare Beccaria e gli illuministi nella Livorno cosmopolita”

In occasione dei 250 anni dalla pubblicazione dei Delitti e delle pene di Cesare Beccaria a Livorno la Biblioteca Labronica FD Guerrazzi, con la collaborazione della coop Itinera organizza una mostra bibliografica dal titolo Bagliori di Libertà. Cesare Beccaria e gli illuministi nella Livorno cosmopolita, inaugurata giovedì 8 maggio nella sede di Villa Fabbricotti. La mostra rimarrà aperta fino al 7 Giugno con orario continuato dal lunedì al venerdi 9,00-19,00 il sabato 9,00-13,00.

La mostra si articola in tre sezioni che illustrano: il contesto filosofico europeo e italiano nel quale Beccaria respirò i lumi della libertà; le edizioni del Dei delitti e delle pene conservati presso la Labronica accompagnati da commentari coevi; infine  l’ambito  socio culturale livornese con una particolare attenzione rivolta alla stamperia di Marco Coltellini, primo editore alla macchia di Beccaria. L’ultima sezione è corredata da materiale iconografico, proveniente per la maggior parte dalla collezione Minutelli,   che attraverso  piante, vedute e ritratti di personaggi  , illustrano la Livorno dell’epoca.

La sezione filosofica presenta una prima parte con alcune  delle  opere dei maggiori philosophes del tempo che ispirarono Cesare Beccaria con i loro ideali di eguaglianza e libertà: le Lettres persanes e L’esprit des loix di Montesquie; la Storia naturale di Buffon; le Lettres diverses, Du contract social e i Discours sur l’origine e les fondamens de l’inegalite e di J.J. Rousseau; il Dictionnaire philosopique e Le Philosophe ignorant di Voltaire; e le Collection complette des oeuvres philosophique di Diderot. Nella seconda parte della sezione si chiarisce il contesto italiano e in particolar modo lombardo nel quale videro la luce  le opere del Beccaria e quelle dei suoi  contemporanei  che tanto desideravano il progresso e l’emancipazione dell’uomo dall’ignoranza e dalla superstizione: Il Caffe; le Ricerche intorno alla natura dello stile e le Opere diverse del Marchese Cesare Beccaria; e i Discorsi e le Opere filosofiche di Pietro Verri.

La seconda sezione è dedicata all’opera princeps di Beccaria e mette in mostra alcune delle edizioni possedute dalla Biblioteca Labronica stampate a Livorno, anche con false indicazioni tipografiche: Harlem 1766, Lausanna 1769, Londra 1774, Livorno 1834, mostrando il successo, la fama  e la fortuna che il Dei delitti e delle pene ottenne sin dalle prime edizioni,  il Commentario di Voltaire e le Lettere manoscritte di Pietro Verri a Giuseppe Aubert ne incrementano la testimonianza.  Non manca la posizione ufficiale della Chiesa che mostra la sua avversione al progresso e alla libertà di pensiero, con l’inserimento dell’opera nell’Index librorum Prohibitorum e con il Commentario filologico-critico dell’abate Malanima. La sezione si conclude con un esemplare del bando pubblicato a Livorno da Cambiagi nel 1786 nel quale il granduca illuminato Pietro Leopoldo sancisce il 30 novembre  l’abolizione della pena di morte nel Granducato di Toscana.

Nella terza sezione viene esposto infine il contesto socio culturale livornese in cui lo spirito illuministico ha modo di espandersi. Grazie ad una posizione geograficamente favorevole, all’aggregazione multietnica presente in città, al goduto supporto granducale e al diffondersi di opere di natura completamente innovativa come i Magazzini d’istruzione e di piacere , che Santini pubblica a Livorno dal 1752 al 1757, le tipografie livornesi possono sviluppare al massimo le loro attività, in modo particolare quella di Marco Coltellini che in breve tempo diventa punto di riferimento per chi voglia stampare in libertà. Nei suoi torchi vedono la luce il Gazzettiere americano, i suoi libretti per musica da rappresentare nei teatri europei,  le Opere del conte milanese Francesco Algarotti, le Vite del Vasari e  nel luglio del 1764 proprio l’editio princeps del Dei delitti e delle pene. I documenti manoscritti, come il Giornale della città e porto di Livorno, e l’apparato iconografico tratto dalla Collezione di stampe Oreste Minutelli, contestualizzano le opere nella città cosmopolita del tempo.

 la redazione

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