Gianni Picchi è un Giornalista Sportivo Indipendente che scrive di sport a 360° 
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FacebookIL Requiem di Verdi, per la prima volta, a Livorno
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Il Requiem di Giuseppe Verdi per la prima volta a Livorno. Sabato prossimo 29 ottobre (ore 21.30) nella Chiesa di Sant’Andrea si potrà assistere ad una esecuzione musicale di spessore culturale ed artistico: La Messa da Requiem di Giuseppe Verdi per soli, coro ed organo.
Si tratta di una esecuzione piuttosto rara, resa possibile da una lunga ricerca musicologica. Una preziosa occasione per gli amanti della musica, eseguita per di più in un luogo di culto e con un organico cameristico che esalterà gli aspetti più intimi e spirituali della partitura. A Livorno il Requiem di Verdi non è mai stato eseguito, tanto meno nella versione su organo che mantiene viva tutta la complessa trama della partitura orchestrale, per cui l’appuntamento si preannuncia di grande interesse.
Il concerto è promosso dall’associazione polifonica “Guido Monaco” in collaborazione con il Comune di Livorno e la Commissione Culturale Diocesana di Livorno e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmi e Fondazione Teatro Goldoni .
A dirigere il Requiem verdiano con il Coro Polifonico “Guido Monaco” sarà il maestro Paolo Filidei, mentre all’organo si esibirà Claudiano Pallottini. I solisti saranno: Chiara Mattioli (soprano), Laura Brioli (mezzosoprano), Simone Mugnaini (tenore) e Maurizio Franceschetti (basso).
Giuseppe Verdi iniziò la composizione del Requiem per la morte di Alessandro Manzoni nel 1873 e il 22 maggio dell’anno successivo l’opera fu eseguita per la prima volta a Milano (Chiesa di San Marco) , diretta dallo stesso Verdi, riscuotendo un successo enorme. Successivamente il Requiem ( come era prassi nel corso del XIX secolo quando opere liriche venivano ridotte in versioni per canto e piano), fu trascritto in versione per organo per volontà di Giulio Ricordi, sotto la benedizione dello stesso Verdi. A redigere il complesso lavoro di “riduzione” fu uno dei più importanti organisti francesi, Alfred Lebeau.
la redazione
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