Poesia: PONTE SUBLICIO
Di questa mia Roma assaporai ogni pietra,
in passeggiate distese d’avventura,
tra gomitoli di tempèo ravvolti d’Eternità:
pietre odorose di segreti piaceri, capricci
come nuvole sospese sotto arcate secolari,
tra profumi di cucine e carrozzelle
scalpitanti di cavalli sontuosi e disperati
che ormai non partono più.
Mi immersi in botteghe d’arte,
dove maestri di solitudine modellavano
glo schiochi e i lampi dei vicoli,
e raggiunsi foschi scantinati caravaggeschi
cavernosi di quadri e di delitti.
Vidi pesanti turiboli d’oro massiccio
danzare al ritmo stordito d’incensi ipnotici,
nel religioso rituale estatico d vizi cardinali
celati sotto paraventi sacri.
Nelle notti rombanti di motori e riecheggianti
di feste cocainomani,
vidi piccoli falò di barboni infreddoliti
che annegavano nell’egoisno e nell’oblio.
Le lacrime della memoria mi condussero
verso i porti del Tevere,
dove ancora riecheggia l’urlo di guerra
di Orazio Coclite che sul ponte Sublicio
sbarrò il passo ai barbari,
ora padroni della sua città
Lucia Branca – Catanzaro
Premio del Comune di Buggiano al Premio Coluccio Salutati organizzato da Sileno Lavorini
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