Poesia: “Ai miei cugini” di Alfio Baroncini
Che io sono il più vecchio non lo nego
ed anche se mi sento ancor benone
non posso certo dì che me né frego
dell’anni che ormai porto sur groppone.
Confesso che anche ora sto pensando
ar mi’ giorno fatal che prima o poi
puntuale verrà, e via volando
lascerò sol ricordi in tutti voi.
Mi pare di sentire già i commenti:
“era tanti un bravo e bel ragazzo”
E quarcun’ artro, senza ‘omprimenti:
“era tanto un gran testa di (c…o) o di rapa.
Ma come un gran poeta ci ha predetto
il nostro oggi, siamo essere umani,
dipende da quel che ‘r nostro intelletto,
immagina ci tocchi per domani.
La nostra principale sofferenza
Ed il vostro più forte e gran momento
vi proverrà da far la differenza
tra l’età mia e la vostra, in quer momento.
Avete fisso un unico pensiero
che non vi lascerà di un solo istante,
sempre assillati da quer gran mistero
di quanto il vostro turno sia distante.
Così alla malattia della vecchiaia
Poi se ne accorgeranno chissà quante
vi sembrerà di dormire sulla ghiaia
e non avrete pace un solo istante.
Quando vi penso ridotti in quello stato
Considerando il bene che vi voglio
Mi vien da se che, non molto turbato
nell’animo, nel cuore e nell’orgoglio.
Così cari cugini ho ponderato
Che la miglior soluzione è quella che
io resti qui a soffrire, anche invecchiato
e a voi vi basta morì prima di me!
(Questa poesia si è classificata al 3° posto al VI concorso “I vernacoli della Toscana 2011)
Alfio Barocinoni nasce e vive a Livorno. Si dedica con passione alla scrittura in versi vernacolari. E’ il vincitore del precedente concorso.
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