Armando Picchi è andato a vincere altri trofei

4 giugno 2011 02:44 Commenti disabilitati

Armando Picchi ( inter.it)

Livorno – Nel  pomeriggio di venerdì ( 10 maggio), a Villa Fabbricotti, è stata inaugurata la mostra fotografica “Armando Picchi”, organizzata da Serenella Calderara e Pierluigi Arcidiacono. Si possono ammirare foto che lo ritraggono in azioni di gioco, si possono ammirare immagini di famiglia, e presso i Bagni Fiume, dove trascorreva le vacanze con amici e compagni di squadra.  Inoltre sono esposti diversi oggetti, come la tessera di affiliazione alla Spal, la prima squadra di serie A dove ha giocato. Un diario tenuto durante la preparazione atletica del 1963, anno in cui condusse alla vittoria della prima Coppa dei campioni dell’Inter. Ed ancora alcune pagine di diario, 1970, dove Armando si confessa a se stesso, da giovanissimo allenatore juventino.Bandiere neroazzure del periodo, giornali e periodici dell’epoca. Magliette, originali, indossate dal campione. La mostra resterà aperta fino all’11 giugno.
Ancora due appuntamenti
Il 6 giugno, ore 21, al Teatro C, via Maria Terreni, si terrà una serata dal titolo “ Armando Picchi ed il suo amore per Livorno”. Una “rimpatriata” tra vecchi amici.
Ed infine il 7 giugno, ore 18,30, a Villa Henderson, Museo di Storia Naturale del Mediterraneo, sarà presentato il libro “ Armando Picchi – Un nome scritto lassù”, scritto da Pierluigi Arcidiacono.

Il primo fotogramma ( foto gianpi)

“ Diario di bordo di un capitano”
Presentato a villa Fabbricotti il film “ Diario di bordo di un capitano”, a cura di Massimo Ferrari, che né anche il regista, Gaia Capurso e Maria Antonietta Schiavina. ( il Cd del film sarà in edicola l’11 giugno con il Corriere dello Sport.)
Il Sindaco, Alessandro Cosimi,con il consigliere comunale Walter Nibbiai, gli amici di Armando, e la famiglia Picchi, con i figli Leo, Gianmarco, i nipoti Gianni, Paola e Francesca in prima fila, prendono posto e la sala si abbuia. I titoli iniziano a scorrere sulla tela. Ed ecco apparire il Gabbione dei Bagni Fiume, un campo, di ridimensioni ridotte, a mò di calcetto,  di cemento, in riva al mare, e recintato da una gabbia, per impedire che, il pallone, possa uscire, e disturbare i bagnanti.

Edoardo Gabriellini ( moviement.it)

Il parlato, in prima persona, con la voce di Edoardo Gabriellini, protagonista del film Ovosodo, di Paolo Virzì. Le immagini scorrono come una partita di calcio, emozioni su emozioni. Derivate da immagini di Burgnich, Guarneri, Corso, Suarez, Mazzola e Massimo Moratti, che raccontando spaccati di vita vissuta accanto all’amico campione. Spezzoni di film di partite di Coppa dei campioni dove il capitano alza la coppa. Scrittori come Nando Dalla Chiesa, Pier Luigi Arcidiacono e tifosi eccellenti come Roberto Vecchioni, che, andando a  vedere partita in curva, poteva ascoltare ciò che diceva il capitano. Un insieme di parole, talvolta in toscano o livornese, per dirigere la difesa, come un direttore d’orchestra. E con lui mai una stecca. Calciatori come Zanetti, Cambiasso, Protti e Trapattoni. Poi un tuffo nel mare di Livorno, od all’ippodromo, dove emergono gli amici come Falorni, Vivaldi, detto bistecca, Capecchi, Roberto Bastrei, Leone Lonzi, Sauro Brondi, ed altri. E poi una “capatina” allo stadio, che porta il suo nome, e troviamo il sindaco, Alessandro Cosimi e l’assessore allo sport, Claudio Ritorni. E poetvano mancare gli interni? Per raccontare i momenti di affetti. Dalla moglie Francesca, la nipote Paola, lo zio Mario, il nipote Gianni, ed i figli Leo e Gianmarco.

da sx: Leo Picchi e Gianfelice Facchetti

Leo racconta uno spaccato di vita paterna… Una sera Herrera entrò in camera dove trovò i giocatori che mangiavano e bevevano e Suarez, detto da tutti che era, per l’allenatore, come un figlio, fumava. Ebbe parole per tutti; ma a Suarez non disse nulla. Allora Armando guardò Herrera e gli disse “ Ar tù figliolo ‘un gli dici nulla?…
Ed all’improvviso arrivano i titoli di coda. E ti sorge spontanea la domanda… E’ già finito?…

 

Armando Picchi con le due coppe

La memoria corre al 27 maggio del 1971, giorno in cui decise di andare… altrove. Come è possibile “partire” lo stesso giorno di due trionfi. Quelli, in coppa dei Campioni, con l’Inter. Ma Armando non è morto. E’ andato a vincere qualche altro trofeo… altrove. Se quel giorno dei funerali una città si fermò, mentre i giornali scrivevano “ Il mondo piange un uomo, un campione”, ed ancora oggi la gente né parla, come se fosse ancora vicino a noi, vuol dire che il suo nome possiamo scriverlo a lettere MAIUSCOLE.

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